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isee in scadenza
attenzione va rinnovato!

Con la legge di Bilancio 2025 (legge n. 207/2024), il nuovo anno si caratterizza per una serie di novità con rilevanti effetti sia in materia di previdenza obbligatoria sia in ambito di previdenza complementare. 

 

Il 2025 si apre con una serie di novità in materia di previdenza obbligatoria e complementare, frutto principalmente degli interventi previsti dalla legge di Bilancio 2025 (legge n. 207/2024), ma anche degli aggiornamenti periodici stabiliti dalla normativa pensionistica. Questi cambiamenti riguardano diverse aree, con impatti diretti sui lavoratori e sulle modalità di accesso e di calcolo delle prestazioni pensionistiche. Le novità comprendono, infatti, adeguamenti alle modalità di contribuzione, riforme nei regimi pensionistici integrativi e nuovi requisiti per l’accesso alle prestazioni, con l’obiettivo di garantire maggiore equità e sostenibilità nel sistema previdenziale.

Restano invariati i requisiti anagrafici e contributivi delle principali forme pensionistiche (vecchiaia ed anticipata Fornero), pertanto la pensione di vecchiaia richiede tuttora 67 anni di età e minimo 20 anni di contributi versati, l’anticipata Fornero richiede per le donne 41 anni e 10 mesi di contributi, 42 anni e 10 mesi per gli uomini.

Vengono prorogate le forme di anticipo Quota 103 (con obbligo di passaggio al calcolo contributivo), Ape sociale e Opzione donna. L’adesione a tali forme pensionistiche non permette di cumulare redditi da lavoro dipendente ed autonoma, ma è prevista la compatibilità solo con redditi derivanti da lavoro occasionale nel limite di 5.000,00 euro lordi annui. 

Per le lavoratrici madri che accedono alla pensione con il sistema contributivo con 4 o più figli, l’età di accesso alla pensione potrà essere abbassata per un massimo di 16 mesi, invece che gli attuali 12. 

Per tutte le altre resta la possibilità di abbassare il requisito anagrafico richiesto di 4 mesi per ogni figli, per un massimo di 12.  

I lavoratori interamente a calcolo contributivo (coloro che hanno iniziato a versare contributi dal 1996) potranno accedere alla pensione anticipata a partire dai 64 anni di età, con minimo 20 anni di contribuzione, sfruttando la possibilità di cumulare una quota della rendita proveniente dalla previdenza complementare al fine di raggiungere l’importo minimo richiesto. 

Tuttavia, per chi decide di sommare il reddito derivante dai fondi pensionistici integrativi, il requisito contributivo salirà da 20 a 25 anni. 

La quota integrativa di previdenza complementare consentirà di raggiungere più facilmente la soglia minima di trattamento richiesta per l’accesso a questa forma pensionistica, la quale corrisponde a tre volte l’assegno sociale ( pari a 538,68 euro nel 2025).

A condizione  che l’assicurato abbia maturato un assegno previdenzialem ensile di almeno 1.616,04 euro lordi. 

Per i lavoratori contributivi che non aderiscono alla previdenza integrativa, i requisiti per l’anticipo 

rimarranno invariati: 64 anni di età e 20 anni di contributi.

Restano invariate per ora le soglie richieste per le donne con figli fissate a 2,8 volte l’assegno sociale per

le donne con un figlio e 2,6 volte per quelle con due o più figli.

Dal 2030, però, questa soglia salirà a 3,2 volte l’assegno sociale, inoltre, è previsto un aumento di 10 anni,

pertanto saranno richiesti 30 anni di contributi contro i 20 richiesti ad oggi.

Trattenimento in servizio:

Nella legge finanziaria è prevista anche la possibilità prolungare il servizio nella Pubblica

Amministrazione fino a 70 anni, anche avendo maturato i requisiti richiesti dalla pensione di vecchiaia.

Ulteriori deroghe ai requisiti ordinari si applicano ai cosiddetti lavoratori gravosi ed usuranti che vanno in pensione di vecchiaia con 61 anni di età e 35 anni di contributi, se lavoratori dipendenti, agli autonomi di questa categoria, invece, vengono richiesti 62 anni di età  e 35 anni di contributi.

Resta invariata, per quanto riguarda i requisiti, la pensione per i lavoratori precoci (quota 41) cioè coloro che hanno maturato 12 mesi di contributi prima dei 19 anni di età, e che possono andare in pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica. Per coloro che rientrano nella pubblica amministrazione sarà prevista l’applicazione delle nuove finestre mobili, nel 2025 la decorrenza richiede 4 mesi, nel 2026 saranno 5 mesi, nel 2027 saranno 7 mesi e nel 2028 si dovrà attendere 9 mesi.

 

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